La Cassazione, con la sentenza del 12/11/2021 n. 33809 afferma che la formattazione del pc aziendale da parte del dipendente integra la violazione dei diritti di fedeltà e di diligenza tale da costituire causa di licenziamento, in quanto ne consegue una distruzione dei dati di proprietà del datore in esso contenuti.
In merito, la Cassazione rileva che la cancellazione totale di dati e file presenti sull’hard disk del computer aziendale integra gli estremi del reato di danneggiamento informativo di cui all’art. 635 bis c.p. in tali circostanze, il diritto alla riservatezza recede di fronte a quello di difesa, nel senso che i dati personali possono essere trattati anche senza il consenso del titolare quando l’utilizzo serve a tutelare un diritto in sede giudiziaria.
Fonte: Federpol