Sentenza da prendere in considerazione prima dell’eventuale attività investigativa o azione legale
Il datore di lavoro è sempre responsabile, ai sensi di quanto previsto dall’art. 2087 c.c. della tutela della salute psicofisica dei lavoratori ed ha l’onere di adottare tutte le misure idonee a garantire l’effettività di tale tutela.
Sulla base di tali considerazioni la Corte di Cassazione ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento operato dalla società nei confronti del dipendente per superamento del periodo di comporto in quanto la malattia era stata determinata dallo svolgimento di mansioni incompatibili con lo stato di salute del lavoratore.
Il lavoratore aveva impugnato il licenziamento rilevando che il prolungato stato di malattia era stato causato dalla protratta adibizione a mansioni di movimentazione carichi, pur in presenza di una certificazione medica attestante una invalidità all’80% legata alla sussistenza di una patologia che imponeva l’astensione da attività comportati frequenti flessioni del rachide o il sollevamento di pesi eccessivi.
(Cassazione Civile, sez. lavoro, sentenza 04/07/2017 n° 16393)